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È storia di appena qualche giorno fa. Wisdom, l’albatros di Laysan (Phoebastria immutabilis) più vecchio del mondo, alla veneranda età di 67 anni, è tornata a terra per deporre un uovo. E come sempre lo ha fatto sull’isola di Midway, un atollo di appena 5 chilometri quadrati nelle Hawaii, nel cuore del Pacifico. La storia è stata riportata da molti media nazionali e internazionali per l’eccezionalità dell’evento. Infatti, questa “albatressa”, il cui nome significa “saggezza”, ha già superato l’età media per la sua specie (circa 50 anni), è sopravvissuta a diversi compagni, nella sua vita avrà volato per circa 4 milioni di chilometri e continua ancora a sfornare uova. Questo appena deposto, se i calcoli sono giusti, dovrebbe essere più o meno il 35°. E se tutto andrà bene il pulcino dovrebbe nascere a febbraio.

Una bella storia, senz’altro, che è iniziata nel 1956, quando Wisdom aveva 5 anni e fu trovata dall’ornitologo Chandler Robbins mentre era in esplorazione per studiare gli albatros dell’isola di Midway. Robbins la inanellò apponendole al tarso un anello colorato con un codice alfanumerico univoco, in modo da riconoscerla tra le centinaia di migliaia di albatros di Laysan che popolano l’isola. Da allora, però, Wisdom non si è fatta più vedere per 46 anni. Fino al 2002, quando è tornata a nidificare a Midway, precisamente al Monumento nazionale marino di Papahanaumokuakea. E dal quel momento, anno dopo anno, si è ripresentata nel suo atollo natale per deporre il suo unico uovo, diventando una sorta di star per i media di tutto il mondo, che si sono presentati puntuali anche all’appuntamento del 2018.

Ma stavolta, forse, i media italiani hanno sprecato una buona occasione per fare un po’ di comunicazione scientifica a tutto tondo, paper alla mano. Di collegare la solita notizia dei record animali a qualcosa di più profondo, che ci coinvolge tutti.

Perché se gli animali non interessano se non per i record (longevità, viaggi, dimensioni e chi più ne ha più ne metta), se la biodiversità non ha valore se non c’è un riscontro economico immediato in termini di turismo, posti di lavoro o case farmaceutiche, se i servizi ecosistemici troppo spesso vengono dati per scontati, allora vuol dire che questa fetta della comunicazione scientifica sarà mordicchiata e consumata sempre più, fino a ridurla (come già sta avvenendo) a una somma di notizie di animali “pucciosi” – o viceversa “spaventosi” – e con una forte componente ideologica.

Ecco perché la storia di Wisdom non è una storia di record così come viene presentata. Ma di resilienza.

Che Wisdom abbia scelto Midway non è un caso. L’isola di Midway, infatti, ospita il 70% della popolazione mondiale di albatros di Laysan, una specie endemica delle Hawaii con un ciclo di vita tra i più lunghi nel mondo degli uccelli.

Gli albatros sono grandissimi volatori e trascorrono quasi tutta la loro vita in mare aperto, sfidando le tempeste e le onde a caccia di krill, calamari e pesci. Tornano sulla terraferma solo per nidificare, in colonie numerosissime. Il loro finissimo olfatto non solo li riporta sull’isola dove sono nati, ma fa di più. Li riporta ogni anno proprio allo stesso nido. Qui la coppia, monogama, depone un unico uovo a stagione a cui dedica tutte le attenzioni. A 160 giorni dalla nascita il piccolo sarà pronto per spiccare il suo primo volo, e non tornerà alla colonia prima che saranno trascorsi tre anni, ma solo per scegliere il partner con cui verso i 7-8 anni di vita comporrà una nuova coppia.

Ecco perché vivono così a lungo e perché ogni singolo uovo è importante per la sopravvivenza di questa specie, che l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) classifica come vulnerabile per una serie di vicissitudini che l’hanno coinvolta. Tutte di natura umana, non da ultima l’ingestione della plastica. Ma andiamo con ordine.

Nel XX secolo l’albatros di Laysan è scomparso dall'Isola di Wake e dall'Atollo di Johnston a causa dei cacciatori di piume, che uccisero centinaia di migliaia di esemplari. Una strage da cui la specie fa ancora fatica a riprendersi, nonostante il governo delle Hawaii abbia prima dichiarato la specie come “protetta” e poi istituito un santuario: il Monumento nazionale marino di Papahanaumokuakea, dove appunto Wisdom è tornata a nidificare. Nonostante questa precauzione Wisdom e i suoi con specifici devono affrontare un altro pericolo nel periodo di nidificazione: i gatti introdotti sull’isola, che cacciano uova e pulcini. E come se non bastasse l'avvelenamento da piombo è un’altra piaga dell’isola di Midway che uccide migliaia di albatros ogni anno.

Ma a destare ulteriori preoccupazioni per la sopravvivenza di questa specie è l’ingestione di plastica.

L’atollo di Midway infatti è pericolosamente vicino a una delle maggiori isole di plastica che affliggono gli oceani: il Pacific trash vortex. Un’enorme isola di spazzatura galleggiante, in cui si trovano fino a 100 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui almeno 3 milioni sono di plastica.

Midway dista più di 3.200 chilometri dal continente più vicino, ma circa la metà dal vortice di plastica e rifiuti. Con una gravissima conseguenza. Gli albatros, che trascorrono gran parte della loro vita a pesca in mare aperto, circondati dalla plastica, finiscono per scambiarla per cibo. Non perché non abbiano una vista eccellente, anzi. Ma perché la plastica in mare ha lo stesso odore del loro cibo preferito: “profuma” di zolfo, di dimetil solfuro (DMS) nello specifico. Cadono vittime di una pericolosa trappola olfattiva, quindi, come spiegato nello studio pubblicato meno di un anno e mezzo fa su Science Advance.

E non solo gli albatros, purtroppo. Se nel 1960 solo il 5% degli uccelli marini aveva nello stomaco qualche pezzo di plastica, oggi la percentuale è salita al 90%. Ed entro il 2050 raggiungerà il 99%.

 

Scienza e 2018 01gennaio 07 Francesca Buoninconti2

 

Gli albatros, in particolare quelli di Laysan rappresentano quindi solo la punta dell’iceberg. E anche se non si sapeva ancora il perché, l’ingestione della plastica da parte di albatros e le sue conseguenze erano già note. Nel 2006, per esempio, il Los Angeles Times aveva testimoniato il decesso di oltre 200.000 albatros dell'atollo Midway, morti intossicati dalla plastica. Una strage silenziosa che continua ancora oggi, a oltre 10 anni di distanza. Non solo gli adulti, ma anche i pulcini, nel cui gozzo viene rigurgitato dai genitori nient’altro che plastica. Muoiono così, con lo stomaco intasato e l’intestino otturato, tra atroci sofferenze. Una scena straziante immortalata dal fotografo Chis Jordan, prima con un lungo portfolio, poi con il cortometraggio Midway – A message from the gyre e infine con il film Albatros – A love story for our time from the heart of the Pacific. Tra cumuli di piume e plastica, tra albatros morenti e altri già decomposti – plastica nello stomaco a parte – lo stesso Jordan si è sporcato le mani, conducendo lui stesso delle vere e proprio autopsie.

Tragedie e testimonianze che forse valeva la pena ricordare. Almeno in Italia, visto che proprio nei giorni in cui arrivava la notizia del nuovo uovo di Wisdom, si accendeva la polemica sui sacchetti biodegradabili. Andava avanti a suon di centesimi, con testimonianze anche da Bali. Ma nessuno che abbia fatto un collegamento con l’eccezionale Wisdom e l’isola di Midway. Non era dovuto, certo, ma forse sarebbe servito a fare un po’ di sana comunicazione ambientale,corroborata da studi scientifici seri. In modo da ricordare quello che stiamo facendo non solo alle spiagge dove andiamo in vacanza, ma anche al resto degli abitanti di questo pianeta, che è l’unico che abbiamo.

Ecco perché ogni uovo deposto da Wisdom conta. Non perché sia un record, ma perché è un’incredibile testimonianza di resilienza. E forse si sarebbe dovuta raccontare anche l’altra parte della storia.


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