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Città e siti archeologici: rigenerazione urbana, housing e attrezzature pubbliche a Ercolano

Emma Buondonno
Emilia Battisti, Chiara D’Alise (a cura di)
Alessia De Michele, Roberto de Notaristefani, Rossella Russo (con il contributo di)
18,00 €
15,30 €

alt collana Ricerche e Progetti di Architettura e di Urbanistica
alt 21 cm x 29,7 cm
alt brossura
alt 48 pagine
alt 86 immagini a colori, 8 in b/n
alt 2014-7
alt ISBN 978-88-89972-47-1
alt opera in libero accesso

Una linea d’ombra si proietta sul territorio di Ercolano: proiezione di un vulcano esplosivo attivo, il Vesuvio, con il suo crinale verde e rigoglioso che piega, man mano che risale verso l’alto, su un cono sabbioso. Un segno che demarca la distanza fisica e cronologica, tra il mondo naturale, il mondo dell’archeologia ed il mondo di strade e case della città contemporanea. Una seconda linea, quella di costa, disegna il margine dell’edificato, individuando la direttrice di sviluppo urbano che si è consolidata nel tempo, dalla città antica al segno della Strada Regia delle Calabrie, per poi diramarsi nell’agglomerato di recente formazione. L’andamento delle infrastrutture asseconda la linea della fascia costiera: il tracciato della ferrovia, la linea della Circumvesuviana e l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, corrono parallele alla costa e restituiscono una partizione del territorio in episodi urbani a sé stanti. Le memorie del passato permangono accanto allo sviluppo insediativo della città contemporanea: passato e presente, espressioni di logiche insediative differenti e di peculiari usi del territorio giustapposti nel tempo e nello spazio, si fondono, a volte si confondono, altre volte si ignorano e vanno ricongiunti. In tal senso un progetto di rigenerazione deve diventare momento di riflessione, strumento di conoscenza. Ercolano rappresenta un caso emblematico di città in cui le forme del contemporaneo si affiancano ad aree di particolare interesse storico ed al sito archeologico, in una complessità di segni che devono costituire il punto di partenza di nuovi spazi di relazione del tessuto urbano capaci di confrontarsi con le preesistenze storicoarchitettoniche facendole rivivere come parte integrante della città attraverso il loro uso collettivo. I vincoli operanti sul territorio vesuviano richiedono di attribuire senso a specifiche azioni, quali la conservazione e l’innovazione. L’alto rischio vulcanico e i vincoli di paesaggio sollecitano la riflessione sui caratteri di un processo che traguardi congiuntamente la tutela del patrimonio storico e archeologico e le opportunità dell’innovazione.

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